Prima di descrivere l'itinerario da seguire per raggiungere "San Leonardo", pensiamo di fare cosa gradita, nel descrivere brevemente i principali comuni che si trovano nei suoi dintorni:
Amandola
: prov. Ascoli Piceno (42 Km); 550 m slm; 69,4 Kmq; ab. 4.106 (amandolesi). Centro posto sulle falde del monte Rotondo, alla sinistra del fiume Tenna. Formatasi nel sec. XIII, ebbe notevole prosperità nei sec. XIV-XVI e fu famosa per le industrie della tessitura e tintura dei panni di lana. Decadute le libertà comunali, passò sotto diverse signorie (Malatesta, Sforza, ecc.) finché non si sottomise spontaneamente alla Chiesa.: prov. Ascoli Piceno (43 km); 638 m slm; 78,3 Kmq; ab. 1.493 (montefortinesi). Centro posto sopra un colle alla sinistra dell'alto corso del fiume Tenna. Annesso da Carlo Magno al Comitato di Fermo, si eresse a comune autonomo nel 1084 e nei primi anni del sec. XII entrò a far parte del feudo di Monte Pasillo. Riacquistata l'indipendenza, si alleò con Amandola e sconfisse nel 1261 le truppe di Manfredi; nel 1318 tornò sotto Fermo e successivamente subì le signorie di Antonio Aceti, dei da Varano, di Nicolò Piccinino, di Francesco Sforza e ancora di Fermo. Dopo un breve dominio di Ascoli, nel 1485 fu sottoposta alla dipendenza dello Stato Pontificio e nel 1586 incorporata da Sisto V nel presidiato di Montalto. L'economia è da sempre basata sulla silvicoltura, sull'agricoltura e sulla pastorizia; la ricchezza e la varietà del paesaggio di tutta l'area dei Sibillini, danno però vita a un considerevole e selezionato movimento turistico. Numerose sono le testimonianze del passato. Tra gli edifici di maggior interesse artistico:
Montemonaco
: prov. Ascoli Piceno (42Km); 988 m slm; 67,6 Kmq; ab. 905 (montemonachesi). Centro dell'alta valle del fiume Aso, alle pendici orientali dei monti Sibillini. Possedimento farfense nel sec. X, nel 1190 entrò a far parte del feudo di Monte Pasillo. Divenne poi libero comune, spesso in lotta con Norcia. Nel 1586 Sisto V la aggregò al presidiato di Montalto. Segnaliamo:: prov. Ascoli Piceno (33 Km); 448 m slm; 54,1 Kmq; ab. 2.919 (comunanenzi). Centro situato nell'alta valle del fiume Aso, è formato da un nucleo più antico raggruppato sulla sponda destra del fiume e da una parte moderna che si estende sulla sponda sinistra. Fu fondata, fra il V e il VI sec. da alcune famiglie ascolane, che vi cercarono rifugio dalle invasioni barbariche; da questa circostanza prese il nome di Comunali di Ascoli. Contesa a lungo tra Amandola e Ascoli seguì le vicende storiche ascolane.
ESCURSIONE A SAN LEONARDO
Dislivello m 278 - Tempo di salita:
ore 1,30 - Tempo di discesa: ore 1
Escursione facile, frequentatissima, fra le più belle dei Sibillini, ad
alto interesse naturalistico. Risale il corso del Tenna fra alte pareti di
calcare massiccio di selvaggia bellezza, gole strette e tortuose, esempi di ogni
possibile fenomeno di erosione. Compagno per un breve tratto di questa
passeggiata il rumore, a volte assordante, del fiume Tenna, che si fa strada tra
le rocce e fa da colonna sonora alle immagini mozzafiato offerte dall'ambiente.
Accesso: da Rubbiano (fraz. di Montefortino) si continua, in auto, su
strada bianca e stretta (procedere con molta cautela), per circa 1,5 Km, fin
dove termina ed è possibile parcheggiare sul piazzale di "Valleria".
Descrizione: dal piazzale di sosta, si scende per un breve tratto fino al
largo de "Le pisciarelle" (850m slm), si attraversa il ponticello sul Tenna e
per il sentiero inizialmente in salita si penetra subito nella gola
dell'Infernaccio. Lievi saliscendi movimentano il cammino che segue il letto
dell'antico corso del Tenna, ora cambiato e inabissato. Usciti dalla gola si
percorre uno slargo della valle e ci si addentra nella splendida faggeta di San
Leonardo (altissimi faggi colonnari). A quota 941m slm dell'itinerario, deviando
sulla destra di chi sale, un evidente e comodo sentiero (segnale in loco) parte
in salita e, con ampi tornanti, senza mai farsi eccessivamente ripido, porta sul
terrazzo dove è posto il monastero di San Leonardo (1.128m slm).
Così Mino Damato ha descritto, in un breve scritto che ha lasciato a P. Pietro, qualche anno fa, il tragitto che dalle gole dell'"Infernaccio" porta a "San Leonardo":
"...La luce e le tenebre, la speranza e la disperazione, la gioia ineffabile e la paura senza limiti: tutto questo si vive in poche centinaia di metri di sentiero. Poi, cambiati, trasmutati arriviamo all'oasi e tutto ci sembra lontano; la paura, la disperazione, tutto sembra appartenere al passato. I luoghi, i tempi, i ritmi, gli incontri ai quali non siamo più avvezzi, ti consentono di portare in superficie quella parte di te che avevi dimenticato".