Prima di descrivere l'itinerario da seguire per raggiungere "San Leonardo", pensiamo di fare cosa gradita, nel descrivere brevemente i principali comuni che si trovano nei suoi dintorni:

Amandola: prov. Ascoli Piceno (42 Km); 550 m slm; 69,4 Kmq; ab. 4.106 (amandolesi). Centro posto sulle falde del monte Rotondo, alla sinistra del fiume Tenna. Formatasi nel sec. XIII, ebbe notevole prosperità nei sec. XIV-XVI e fu famosa per le industrie della tessitura e tintura dei panni di lana. Decadute le libertà comunali, passò sotto diverse signorie (Malatesta, Sforza, ecc.) finché non si sottomise spontaneamente alla Chiesa.
L'economia è da sempre caratterizzata da un assetto agro-silvo-pastorale, ma il considerevole interesse paesaggistico e antropico della zona ne suggerisce una valorizzazione in senso turistico. Di interesse artistico segnaliamo:
Palazzo Municipale - (p. Risorgimento). Al suo interno è allestito l'archivio comunale, con pergamene dell'XI sec. e codici.
S. Agostino - (p. Risorgimento). La chiesa fu eretta nel 1300 e rimaneggiata nel 1700. Il portale sulla facciata è di Marino di Marco Cedrino (datato 1468), il campanile di Pietro Lombardo (1464). Sulla destra vi sono i resti del chiostro quattrocentesco.
S. Francesco - (v. Indipendenza). La chiesa, quattrocentesca ma più volte restaurata, si trova nella parte medievale della cittadina: sulla facciata un bel portale quattrocentesco; nell'interno un Crocifisso romanico ligneo.

 

Montefortino: prov. Ascoli Piceno (43 km); 638 m slm; 78,3 Kmq; ab. 1.493 (montefortinesi). Centro posto sopra un colle alla sinistra dell'alto corso del fiume Tenna. Annesso da Carlo Magno al Comitato di Fermo, si eresse a comune autonomo nel 1084 e nei primi anni del sec. XII entrò a far parte del feudo di Monte Pasillo. Riacquistata l'indipendenza, si alleò con Amandola e sconfisse nel 1261 le truppe di Manfredi; nel 1318 tornò sotto Fermo e successivamente subì le signorie di Antonio Aceti, dei da Varano, di Nicolò Piccinino, di Francesco Sforza e ancora di Fermo. Dopo un breve dominio di Ascoli, nel 1485 fu sottoposta alla dipendenza dello Stato Pontificio e nel 1586 incorporata da Sisto V nel presidiato di Montalto. L'economia è da sempre basata sulla silvicoltura, sull'agricoltura e sulla pastorizia; la ricchezza e la varietà del paesaggio di tutta l'area dei Sibillini, danno però vita a un considerevole e selezionato movimento turistico. Numerose sono le testimonianze del passato. Tra gli edifici di maggior interesse artistico:
S. Agostino - chiesa del sec. XIII con campanile del XVI.
S. Francesco - chiesa (sul luogo dell'antica fortezza), che conserva una tela di Simone De Magistris (1577), un Crocifisso ligneo e un tabernacolo seicenteschi.
Madonna della Fonte - chiesa (1647), decorata all'interno da affreschi e stucchi coevi.
S. Michele - chiesa di rifacimento neoclassico della seconda metà dell'Ottocento.
Di notevole interesse inoltre:
Pinacoteca - (palazzo municipale), che custodisce oltre 300 quadri donati al comune da Fortunato Duranti (pittore e antiquario) nel 1842.
Madonna dell'Ambro - santuario, antica sede benedettina, ricostruito nel sec. XVI, l'interno è dominato dagli affreschi seicenteschi di Martino Bonfini e dagli intagli lignei assai sontuosi nella Cappella della Vergine.
S. Angelo di Montespino - chiesa benedettina, di forme romaniche del sec. XI.

 

Montemonaco: prov. Ascoli Piceno (42Km); 988 m slm; 67,6 Kmq; ab. 905 (montemonachesi). Centro dell'alta valle del fiume Aso, alle pendici orientali dei monti Sibillini. Possedimento farfense nel sec. X, nel 1190 entrò a far parte del feudo di Monte Pasillo. Divenne poi libero comune, spesso in lotta con Norcia. Nel 1586 Sisto V la aggregò al presidiato di Montalto. Segnaliamo:
La Rocca - rimangono solo ruderi pittoreschi.
S. Giovanni Battista - chiesa originaria del sec. XIV, vi si conserva una pala di Giulio Vergari (firmata e datata 1521).
S. Benedetto - la chiesa ha un portale rinascimentale (1546).
S. Biagio - la chiesa conserva opere lignee marchigiane.

 

Comunanza: prov. Ascoli Piceno (33 Km); 448 m slm; 54,1 Kmq; ab. 2.919 (comunanenzi). Centro situato nell'alta valle del fiume Aso, è formato da un nucleo più antico raggruppato sulla sponda destra del fiume e da una parte moderna che si estende sulla sponda sinistra. Fu fondata, fra il V e il VI sec. da alcune famiglie ascolane, che vi cercarono rifugio dalle invasioni barbariche; da questa circostanza prese il nome di Comunali di Ascoli. Contesa a lungo tra Amandola e Ascoli seguì le vicende storiche ascolane.
A un'economia tradizionalmente silvo-pastorale si vanno affiancando alcune iniziative industriali nei settori degli elettrodomestici, della meccanica, dell'abbigliamento, del mobilio e dell'enologia.
Vi segnaliamo:
Parrocchiale di S. Caterina - è affiancata da un campanile romanico con cuspide ottagonale; l'interno è decorato da statue e stucchi di Domenico Paci (sec. XIX) e conserva una tela seicentesca di Giuseppe Ghezzi.
S. Maria a Terme - (nei pressi sono stati rinvenuti i resti di terme romane) ha un portale con rilievi romanici (sec. XII-XIII) e colonne tratte da edifici romani.
 

ESCURSIONE A SAN LEONARDO


Dislivello m 278 - Tempo di salita: ore 1,30 - Tempo di discesa: ore 1
Escursione facile, frequentatissima, fra le più belle dei Sibillini, ad alto interesse naturalistico. Risale il corso del Tenna fra alte pareti di calcare massiccio di selvaggia bellezza, gole strette e tortuose, esempi di ogni possibile fenomeno di erosione. Compagno per un breve tratto di questa passeggiata il rumore, a volte assordante, del fiume Tenna, che si fa strada tra le rocce e fa da colonna sonora alle immagini mozzafiato offerte dall'ambiente.
Accesso: da Rubbiano (fraz. di Montefortino) si continua, in auto, su strada bianca e stretta (procedere con molta cautela), per circa 1,5 Km, fin dove termina ed è possibile parcheggiare sul piazzale di "Valleria".
Descrizione: dal piazzale di sosta, si scende per un breve tratto fino al largo de "Le pisciarelle" (850m slm), si attraversa il ponticello sul Tenna e per il sentiero inizialmente in salita si penetra subito nella gola dell'Infernaccio. Lievi saliscendi movimentano il cammino che segue il letto dell'antico corso del Tenna, ora cambiato e inabissato. Usciti dalla gola si percorre uno slargo della valle e ci si addentra nella splendida faggeta di San Leonardo (altissimi faggi colonnari). A quota 941m slm dell'itinerario, deviando sulla destra di chi sale, un evidente e comodo sentiero (segnale in loco) parte in salita e, con ampi tornanti, senza mai farsi eccessivamente ripido, porta sul terrazzo dove è posto il monastero di San Leonardo (1.128m slm).

Così Mino Damato ha descritto, in un breve scritto che ha lasciato a P. Pietro, qualche anno fa, il tragitto che dalle gole dell'"Infernaccio" porta a "San Leonardo":

  "...La luce e le tenebre, la speranza e la disperazione, la gioia ineffabile e la paura senza limiti: tutto questo si vive in poche centinaia di metri di sentiero. Poi, cambiati, trasmutati arriviamo all'oasi e tutto ci sembra lontano; la paura, la disperazione, tutto sembra appartenere al passato. I luoghi, i tempi, i ritmi, gli incontri ai quali non siamo più avvezzi, ti consentono di portare in superficie quella parte di te che avevi dimenticato".